Helen è un tecnico di laboratorio in un centro di ricerca, antico e famoso anche se non particolarmente pieno di soldi. A dire la verità i tecnici sono due e sono omonime: Helen&Helen. Ma a noi ne interessa solo una: e non è la barbie ventenne, con lunghi capelli biondi, preoccupata solo di lasciare il camice aperto - in barba a qualsiasi norma di sicurezza in laboratorio - affinché i giovani scienziati possano ammirare adeguatemente le sue grazie.
La nostra Helen è una giovane signora, alta e magra, con i capelli corti e pazzi, un teschio disegnato sulla schiena del camice, mamma di due kids più o meno adolescenti. Ed è un amore. No, è un tornado. No, è un amore di tornado di primavera. Era inverno quando la Nonaddetta è arrivata ed era estate quando se n'è andata, e per tre stagioni Helen ha tenuto il sole lì dentro.
Helen prepara molti materiali di base in modo che chiunque li trovi sempre pronti, cosa che tutti danno per scontata mentre la Nonaddetta strabuzza gli occhi pensando alle ore che ha passato a riempire scatole di puntali, preparare soluzioni, autoclavare materiale.
Helen pulisce e tiene in ordine i laboratori di un'ala del centro, e non usa i guanti neanche nella zona dei gel, dove c'è etidio bromuro come se piovesse. La Nonaddetta, che proviene da un laboratorio di maniaci della sicurezza, conosceva diverse leggende metropolitane simili a questa, ma adesso vede Helen che lo fa e non è divertente. Per qualche giorno la Nonaddetta, con la coda dell'occhio, spera che qualcuno si avvicini e dica "Helen, in laboratorio si usano sempre i guanti e dovresti saperlo. L'etidio bromuro poi è cancerogeno" ma nessuno lo fa. La Nonaddetta si stufa di questi nordici finti evoluti e glielo dice lei. Helen si spaventa e la ringrazia e di lì in poi usa sempre i guanti (invece barbie li usa solo per qualche giorno. Forse nascondono lo smalto).
Helen, appena scompare la neve che ha gettato nello scompiglio l'intera grande nazione nordica, compra dei fiori e li mette nelle piccole cucinine che i ricercatori possono usare per farsi un tè o scaldarsi il pranzo. Le cucinine le pulisce lei e spera che le persone le vedano con occhi nuovi e le tengano più pulite. Quando non funziona si arrabbia e appende un biglietto di protesta.
Helen porta nei bagni delle signore la crema profumata per le mani, comprata di tasca sua. Spera di indurre le persone a vedere i bagni con occhi nuovi e tenerli puliti, anche se non li pulisce lei.
Helen a Pasqua compra gli ovetti di cioccolato e li mette nelle cucinine, per chi vuole. Lindt.
Helen quando A., giovane, fragile e straordinaria olandese, compie gli anni, le compra una scatola di cioccolatini.
Helen quando E., giovane francese, torna a casa per qualche giorno, le porta via il camice e quando E. torna lo trova la sua sedia, dove l'ha lasciato. Ma non è uguale: adesso è ricamato. Un topolino cartoon sorride coprendo tutta la schiena con i colori della bandiera francese.
Helen ha un senso dell'umorismo brillante. Quando un giovane e promettente ricercatore fa cadere l'intera bocceta dell'etidio bromuro per terra, lasciando nel linoleum una chiazza rossa nonostante tutti i tentativi di pulizia, Helen prende il nastro da cantiere bianco e rosso, delimita la zona e scrive un cartellino: "Chi ha ucciso Barbie?". Nei giorni seguenti la saga del killer di Barbie impazza e chiunque abbia indizi lascia un cartellino nuovo.
La storia di Helen ce la racconta Janina, un altro amore di tornado emigrata dalla Polonia tanto tempo fa. Il marito di Helen la picchiava e le diceva che non valeva niente e che nessuno l'avrebbe mai voluta, che neanche lui la voleva. Helen ha tentato il suicidio. E' stata salvata e portata via da lui, insieme con i kids. Helen era ancora convinta di quello che lui le diceva, quando Janina l'ha conosciuta. Probabilmente non dimenticherà mai questo male, ma forse non aveva mai conosciuto donne come Janina: grande, grossa, forte (finchè non piange) e soprattutto convinta di valere e di voler lottare. Janina ha insegnato a Helen, come e quanto poteva, certo insieme ad altre persone, che c'è un altro modo di sentire se stessi e di comportarsi con gli altri, anche tra marito e moglie. Forse Janina abbellisce un po' la storia, ma a grandi linee suona vera. Helen mostra ancora tutte le sue ferite, nel suo continuo tentativo di comunicare con gli altri. Ma che la vita e i continui muri, anche quelli che continua a incontrare, non le abbiano tolto i suoi occhi e il suo cuore di bambina, che non cerchi vendette ma nuovi inizi e primavere ogni giorno e con ogni persona, per me è un miracolo.
Helen è una delle persone più meravigliose che io abbia conosciuto, e la Nonaddetta timidamente gliel'ha detto: i gioielli della corona non sono niente, il vero orgoglio nazionale sono le persone come lei. Vale la pena vivere per trovarle, e poterle ammirare per un po', e imparare a imitarle.
clap clap clap!! bellissssssssssimo!!
RispondiEliminaclara
viaggiattrice.splinder.com
wow... l'ho letto tutto d'un fiato! è bellissimo.. e haimè.. non sai come la capisco questa Hellen! Sarà un pò perchè si chiama come me.. sarà che anche io ho vissuto 16 anni accanto ad una persona che non faceva altro che umiliarmi per tutto (e purtroppo continua).. sarà che ho iniziato a vedere la vita con occhi diversi... se incontri di nuovo hellen, regalale un sorriso e se possibile un abbraccio anche da parte mia...grazie per questa storia, mi fa sentire meno sola.
RispondiEliminache bello sparire per un po' e poi riemergere un momentino e trovare due saluti! GRAZIE! (che roba internet, che roba, fantastica!) :D a presto sui vostri blogghete!
RispondiEliminaè davvero bello questo post, ma ancor più bella deve essere helen
RispondiEliminapiacere di aver incontrato questo blog grazie al giardinodelleviole
cris
ciao Ceppina, scusa il ritardo! da un po' non riuscivo ad avvicinarmi al blog, mio o di altri, e poi usando firefox non riesco neanche a commentare! stranissimo! ho dovuto piegarmi a chrome per i commenti... se voi avete difficoltà tecniche magari fatemelo sapere per mail! mah??
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