30.1.12

Saper aspettare

A volte decido deliberatamente di perdere tempo sul web, per staccare da un momento di stanchezza o difficoltà e poi ritornare sul problema a mente più fresca. Generalmente sono scorribande fruttuose e una delle ultime mi ha fruttato un nuovo - per me - blog, amore a prima vista fin dal titolo.

Questo post mi ha dato la stura ai pensieri di questo periodo in cui ho latitato dal mio, di blog, riflettendo se chiuderlo o trovarci un senso. Per ora ho deciso che un senso ce l'ha, e sta proprio nel suo essere piccolo mezzo per cercare un senso alla comunicazione e ai suoi modi.

Quest'altro post mi ha fatto sorridere e sentire in pace con i miei tempi, che sono spesso lunghi.
Quando ci siamo conosciuti io e il Nonaddetto, per un lungo periodo abbiamo parlato in modo strano, che sarebbe riuscito insopportabile a quasi chiunque altro - ma tanto non c'era nessun altro con cui scambiare due parole in quei laboratori. Erano dialoghi fatti di silenzi più lunghi dei parlati, ma erano silenzi pieni, in cui riflettevamo intensamente sulla risposta da dare alla domanda che l'altro aveva appena fatto - si parlava di vita, morte, religione, progetti personali, oltre che di argomenti leggeri, non era facile sapere cosa dire, cosa si pensava su un argomento e come esprimersi. E finalmente non serviva come al solito aver la risposta pronta prima ancora che l'altro finisca di formulare la sua domanda, e - zac! hai sparato una cagata. No, si rifletteva bene, spesso aprivo la bocca e mi rendevo conto di un punto debole e la richiudevo e riflettevo ancora. C'era un mucchio di tempo da passare mentre facevamo operazioni noiose e ripetitive e l'abbiamo passato parlando così. Adesso parliamo normalmente, ma quel tempo è servito.

Il blog andrà incontro a un bel restyling, per adattarsi a me che per fortuna cambio col tempo. Ma sui tempi, non faccio promesse ;)