30.5.11

Gestione Sostenibile dell'Autostima

Narciso, Caravaggio
Diciamocelo. Se uno fa un test scemo su un quotidiano online e risulta avere il profilo dell'anti-Narciso, allora o va in analisi o spera di avere ripetutamente un po' di culo. Io spero nel culo. E oggi, per essere un lunedì, finora è stato un giorno generoso: se anche lei, di cui ogni tanto leggo il blog e regolarmente mi chiedo com'è possibile che pochi anni anagrafici, probabilmente, ci separino e ciononostante io mi senta e sia percepita come una marmocchia, mentre lei -io almeno- la percepisco attraverso lo schermo come una semidea... se anche lei, insomma, la mia utopia, ha cannato parecchi colloqui, allora posso cannarne tranquilla parecchi altri io pure. Adesso che ho ricevuto lo zuccherino esistenziale posso appendermi a skype e risucchiare il Nonaddetto dall'ufficio/laboratorio, perchè mi sto autodigerendo e per i prossimi 18 mesi potremmo poter pranzare insieme un weekend sì e uno no. Pranziamo insieme oggi, dai su.

26.5.11

Faccia da pitbull e carriolate di terra

Ridendo e scherzando... i lavori alla casa sono partiti. Non è che non ne ho parlato per scaramanzia (ma in ogni caso adesso che ne parlo subiranno una battuta d'arresto?), è che non avevo proprio tempo. Nell'ultimo periodo ho diviso il tempo fra le seguenti attività, in ordine crescente di ore:

- colloqui di lavoro: in numero pari a uno e di durata esagerata, considerato che ho ottenuto un solo risultato: ho chiarito che, per bilanciare la mia faccia da mocciosa, devo rinunciare a dormire nella cella criogenica + imparare a ringhiare come un pitbull. Perchè adesso come adesso non do' l'impressione di essere capace di prelevare campioni di cacca di mucca e mais per misurare se stanno marcendo per bene, e di sopravvivere a cotale tremenda esperienza. Embè, ho voluto studiare in un ramo tradizionalmente maschile e per di più in un ambiente certamente non cravattato... pensavo di sopravviverci senza imparare a bestemmiare in lingua locale ogni 3 parole almeno? Sbagliavo. Devo diventare cattivissima. Ah ah ah. Io. Seriamente? Mmmm. Mettiamola così: meno di adesso è impossibile, quindi posso solo migliorare! Tra 18 mesi devo essere una bbestia.

- treno. Per andare nella Grande Città e finalmente ottenere un contratto. Prossima gita prevista per la settimana prossima per la firma, dopodichè la settimana dopo si inizia a ballare. Kick-off meeting politico. Kick-off meeting scientifico. Io sarò frastornata da tonnellate di informazioni tutte in un colpo, ma cercherò di ricordarmi che magari un po' di faccia da pitbull non fa male neanche in ambiente accademico. Mmmm.

- Città Vicina a esercitarmi nell'europroject management. Non male, va'.

- Città delle Bambole a esercitare studenti più o meno volenterosi che non mi capivano un granchè. "Prendete il mortaio e pestelliamo il campione": sguardi disperati saettano da uno all'altro degli oggetti ordinatamente disposti sul bancone cercando di indovinare quale di essi sia il mortaio, manca solo la colonna sonora di un quiz televisivo in sottofondo. La maggior parte opta per prendere in mano un beaker di vetro, che sanno benissimo chiamarsi beaker. Inutile anche switchare all'inglese, "mortar" risulta altrettanto sconosciuto (e beaker si chiama sempre beaker). Sapevo che sarebbe stato utile imparare il tedesco, ma adesso ho il francese come priorità.

- casa/studio del Perito/uffici di svariati enti/negozi che vendono materiali edilizi di qualsiasi tipo. Mollato il Geometra (oh, come me la sto prendendo comoda a chiamarlo per sapere quanti soldi vuole), il Perito è decisamente un altro ritmo (non per alimentare diatribe professionali! è un caso!). I Nonaddetti hanno speso parecchi weekend alla casa e rotto il pavimento preesistente (soprattutto Lui), poi scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, scavato, e portato fuori un imprecisato numero di carriole di terra e di sassi, con l'aiuto del Babbo che è venuto in trasferta un paio di giorni. Nessuna pentola d'oro del trisavolo sotto il pavimento della cucina: solo una vecchia maniglia rugginosa, ma senza baule del tesoro attaccato. Poi sono subentrati i due Muratori che, veloci e adorabili (spero non sia un'illusione), hanno spostato la scala ma senza romperla e preparato il vespaio aerato. E chiamato 2 camion e 2 bobcat che finalmente hanno rimosso l'enorme cumulo di macerie (e pipì di gatto e scorpioni) dal cortile. L'Idraulico sembra mastro geppetto a cui hanno appena operato l'anca (davvero. Zoppica e non regge più di un'oretta, ma conosce il vecchio impianto della casa, e adesso dovrà raccapezzarsi col nuovo). L'Elettricista speriamo venga subito a tirare i fili. Il Falegname preparerà i serramenti anche se dubito potremo davvero installarli prima che facciano ferie (loro, mica noi). E nonostante la mia mania della privacy, ecco un po' di foto che non rendono giustizia a quanto abbiamo scavato, scavato, scavato...

15.5.11

Habemus pagam

Il Professore ha l’aria buona e alla Nonaddetta da’ l’impressione di un tipo umano, ma avendolo solo intravisto a un paio di congressi l’ipotesi è tutta da verificare.
Con il Ricercatore1 la Nonaddetta aveva lavorato per 15 giorni nella Nuova Fantascientifica Sede e le era sembrato allegro, distruttivo, problematico, pessimista, pignolo, entusiasta, appassionato e determinato a lavorare tanto e bene.
Il Ricercatore2 è il più giovane dei tre commissari, ha un accento genericamente meridionale (l’identificazione degli accenti è un’arte a me oscura), sembra il più tranquillo e ligio alle regole dei tre ma non si può escludere che sia un’acqua cheta.
Il colloquio va bene anche se subito dopo il Professore e il Ricercatore1 litigano, ma poi fanno la pace, più o meno. Cominciamo bene. Comunque la Nonaddetta avrà, a partire da giugno, 18 mesi di lavoro nella Grande Città, con tanto di paga e contributi pensione. Affronterà un trasloco di laboratorio dalla Nuova Fantascientifica Sede (troppo costosa, credo) alla Vecchia Storica Sede. Affronterà tematiche in parte simili a quelle che conosce e in parte nuove, alcune scientificamente interessanti, imparerà a usare qualche nuovo strumento e vedrà come lavora un altro gruppo, dopo quello della Piccola Città e quello del Centro di Ricerca. Dovrà cavarsela nel primo (ultimo?) vero post-doc della sua carriera da ricercatrice, in cui per la prima volta conta davvero non tanto  quanto sei preciso nell’eseguire ma se ti viene qualche buona idea. La cosa la spaventa un po’, ma è una sfida che voleva affrontare e se non fosse arrivata in questo campo se la sarebbe cercata in un altro.

Wikimedia commons by AutoCCD
La Nonaddetta è cosciente che la probabilità che questo contratto abbia un senso oltre “sbarcare il lunario” (e dici niente!), cioè se servirà a costruire una carriera unitaria e coerente, dicevo questa probabilità oscilla tra lo zero assoluto e il nulla, almeno in Italia. Ma con la filosofia del “se domani finisse il mondo, io oggi pianterei un melo è molto grata di avere avuto questa possibilità e determinata a impegnarcisi anche se dopo dovesse dedicarsi ai merletti, o all’allevamento delle oche capitoline da impiegare come antifurto ecologico. Cercherà di far pubblicare i lavori del dottorato che giacciono nel cassetto in attesa solo di un po’ di autostima e si impegnerà per prepararne altri (casomai all’estero qualcuno cercasse una giovane, timida ricercatrice con un CV che inizi a diventare decente). E si sforzerà di usare questi stessi 18 mesi per vincere un po’ se stessa e dedicarsi alle PR (ambito in cui ogni volta fatica a iniziare, per poi prenderci anche gusto) per crearsi un “dopo”, preferibilmente nel settore ambientale ma (casomai nessuno cercasse giovani con CV decenti ma lacunosi alla voce "impieghi nel settore privato") non resterà insensibile al fascino delle oche capitoline.

12.5.11

La Grande Città si fa piccola

La Nonaddetta non ha incontrato il centauro, ma parlerà un'altra volta degli insegnamenti che ha tratto da questa fulminea esperienza.
Per stasera è nella Grande Città, occupata a prepararsi scientificamente e soprattutto psicologicamente al colloquio di domattina con il Professore e altri commissari, per ottenere un assegno di ricerca che per alcuni mesi potrebbe ridarle una busta paga e soprattutto un po' di respiro mentale. Perché la Nonaddetta è stata allevata nel sacro principio del "prima il Dovere, poi il piacere", e il Dovere coincideva con la scuola finché ce n'era, adesso in teoria con il lavoro, che però vabbè sappiamo, e insomma però adesso mi serve, sono in crisi di astinenza da adrenalina lavorativa.
Che non è sufficiente a coprire la fifa... perché Londra l'ho adorata e la Grande Città mi respinge? 
Con il Nonaddetto abbiamo prenotato last minute una stanza per me in un alberghetto a distanza pedonabile dalla stazione e dall'università e, adesso che ci sono dentro, devo proprio dire che: fa molto english, nel senso che rimane la grandezza dell'architettura (il soffitto è alto 3 m e la portafinestra 2,97: mai vista una finestra così alta...) ma l'edificio è tutto sgaruppato (non oso immaginare gli spifferi invernali, da quella finestra). Fare la doccia è stato come andare al mare: appena ti bagni ti manca il fiato da quanto è fredda però, anche se non cambia per tutta la doccia, verso la fine sei convinto che sia quasi tiepida. Vabbè, è un 2 stelle... e poi così imparo a non credere del tutto alle recensioni online.
Ma gli perdonerei quasi tutto, all'hotelino, perché ho il wi-fi gratis e un terrazzo con tanto di tavolino e seggiole e da qui, complice l'orario di cena, il traffico è ovattato e si sentono quasi solo gli uccelli cantare. Ci sono rondini dappertutto. Vabbè, non facciamo caso ai piccioni che sgambettano a un metro dalla porta. C'è una magnolia enorme. Ci sono i giardini sui terrazzi agli ultimi piani. Le case sono relativamente basse. Qualcuno cena sul terrazzo di fronte. Qualcun altro fa pronostici sul tempo di domani (ma nooo, sciura, speriamo di no che non piova dai che sono a piediii!). Vista da qui, la Grande Città mostra un lato umano che non mi dispiace.
E mo' torno a leggere articoli e progetti, ripasso il CV, poi mi piazzo davanti allo specchio e faccio autoipnosi per convincermi che va tutto bene, stare a 400 km da casa e dal Nonaddetto che la ristruttura da solo è la cosa giusta, ce la faremo, e non è un'idiozia perdere altro tempo lavorando in università, andrà tutto bene, andrà tutto bene, andrà benissimissimissimo...
PS: qualcuno che è pratico di Grandi Città mi spiega cosa ci fa un divano dell'era tardo neolitica piazzato sul marciapiede sotto la fila dei manifesti elettorali? fanno comizi sorseggiando tè e discutendo dei programmi?

6.5.11

L'Afghanistan de noantri

La Nonaddetta ha affrontato ieri il suo primo colloquio di lavoro. L'odiosa domanda "Vedo che è sposata, pensa di avere figli?" non è arrivata, sostituita per l'occasione da "Vedo che è sposata, suo marito non protesta se lei sta tanto in giro per lavoro?".   O_o   Sto lottando per avere il secondo colloquio domattina, non più col Titolare1 - all'antica per sua autodefinizione - ma con il suo tecnico, osannato e centauro: sarà minimamente più moderno?

4.5.11

La meravigliosa, esagerata, spudorata nuvola bianca

Susino - Prunus domestica L. Da Wikimedia commons, foto di Rasbak
Nella primavera di una decina di anni fa la Nonaddetta, appena giunta nella Piccola Città per i suoi studi universitari, pedalava tra l'appartamento e il centro studi quando un albero è fiorito e l'ha fatta innamorare.
Da un giorno all'altro si è trasformato da una muta e immobile statua di rami in una esagerata nuvola bianca, sfacciatamente strabordante di fiori spudoratamente profumati. Dopo l'inverno più piovoso che avesse mai inzuppato la Nonaddetta (o forse era il fatto che in bici ti accorgi se piove ben più che in auto?!), la fioritura di questo albero lungo la stradina campagnola era un graditissimo segno che la stagione si avviava a diventare più clemente (tsè, non conoscevo ancora l'andazzo meteo locale!). Nei giorni successivi la Nonaddetta rallentava le pedalate quando passava sotto l'albero per riempirsi gli occhi di fiori, respirare il profumo e ascoltare le api. Poi i fiori sono spariti, sono comparsi i frutticini e la Nonaddetta, pazientemente, ha aspettato che maturassero e poi ha ampiamente mostrato all'albero che apprezzava i risultati del suo lavoro. L'albero doveva essere lì da molto tempo e, anche se il campo a fianco era ancora coltivato, nessuno si curava più di aspettare e raccogliere le susine.
L'inverno successivo era diverso perchè conteneva un segreto: la Nonaddetta sapeva cosa si preparava sui rami muti e aspettava la nuova nuvola bianca e profumata. Senonchè. Giusto prima che l'albero fiorisse è stato tagliato.

Sorvoliamo sul magone. Per un po' di giorni la Nonaddetta pedalava e arrivata alla curva lanciava uno sguardo triste al ceppo, poi un giorno l'ha visto: un sottile pollone in mezzo all'erba. E poi altri. Ah-ah, l'albero non si era arreso. Ma era chiaro che al primo taglio dell'erba i germogli sarebero stati falciati. Li tenevo d'occhio passando, sperando che gli altri non li avessero visti, aspettando che crescessero un po'. Poi ne ho tagliati alcuni e li ho portati in appartamento, ri-sperando che radicassero. Nel frattempo l'erba è stata tagliata e, anche se sono tornata spesso a controllare nel periodo successivo, non ho più visto germogli. Ma uno dei miei, dopo due settimane di suspance, ha fatto radici e si è trasformato in un nuovo piccolo albero. Non un figlio del vecchio ma un nuovo se stesso, uguale al primo: come se mi fossi tagliata un dito e da quello fosse ricresciuta un'altra me. Passando alla curva guardavo il ceppo e gli dicevo: sei salvo, sei stato testardo e hai avuto fortuna, vedrai altri posti attraverso i fiori di una specie di fratello.
L'alberello è cresciuto e quando ha avuto un paio d'anni è stato accolto nel giardino dei miei. La pianta ha già un bel tronco, sfoggia l'enorme vigore tipico dei pruni e fa una bella figura: le foglie rossastre in tutte le stagioni hanno un bell'effetto ornamentale e la fioritura si è già fatta notare da umani e api. Quest'anno porta anche un bel numero di frutticini. Ieri, di passaggio dai miei tra la Città delle Bambole e la Piccola Città, volevo fare all'alberello una potatura a verde, perchè è talmente vigoroso che la può sopportare bene.
Artista sconosciuto, USDA, 1889.
Da NCGR-Corvallis
Senonchè. Mi è caduto l'occhio su un rametto. Secco. Con le foglie attaccate. Curvo "a pastorale". Con una gocciolina di liquido che fuoriusciva.
No.
No.
No.
Aiuto.
Anni fa il magnifico biancospino dei miei, alto oltre due metri, si è ammalato dell'innominabile. Nonostante il mio consiglio da dottore delle piante (taglialo a zero e brucia tutto perchè può contagiarti qualsiasi rosacea, cioè metà del giardino: meli, peri, susini, l'altro biancospino, e beh per assurdo non credo le rose), il babbo che gli era molto affezionato ha insistito per cercare di salvarlo, e adesso lo capisco. Abbiamo cercato tutti i rami con i sintomi della malattia e li abbiamo tagliati 70 cm più in basso del sintomo visibile. Quelli che mostravano macchie scure interne li abbiamo tagliati ancora, fino a raggiungere legno apparentemente sano. Abbiamo disinfettato e sigillato tutti i tagli. Abbiamo bruciato i pezzi malati. E abbiamo sperato. La pianta, martoriata, si è pazientemente messa a ricrescere e non si vedevano sintomi nè su di lei nè su altre piante del giardino.
Wikimedia commons, foto di Trachemys
Fino a ieri. Avevo smesso di tener d'occhio il biancospino e ieri mi sono resa conto che è secco per metà. Con alcuni rametti come fulminati, curvi su se stessi che si tengono strette le foglie nere. Non so se bisogna fare denuncia della malattia, non siamo in una zona frutticola, ma so che è meglio tagliare e bruciare di nuovo tutte le parti malate. E so che vorrei salvare il mio albero.
Ho tagliato senza pietà due dei rami principali. Uno aveva una macchia scura interna e ho tagliato ancora. Non vedo altri sintomi. Spero, di nuovo. Quest'albero è tutto una speranza. Ho preso tre rametti giovani e proverò a farli radicare di nuovo, ri-sperando che non abbiano nessun @#£$%&*ç batterio sopra. Difficile dargli l'antibiotico, anche se ci sono paesi dove lo fanno!
Voglio vedere altre nuvole spudoratamente profumate ancora per molti, moltissimi anni.
Tutti, se è possibile!