12.5.11

La Grande Città si fa piccola

La Nonaddetta non ha incontrato il centauro, ma parlerà un'altra volta degli insegnamenti che ha tratto da questa fulminea esperienza.
Per stasera è nella Grande Città, occupata a prepararsi scientificamente e soprattutto psicologicamente al colloquio di domattina con il Professore e altri commissari, per ottenere un assegno di ricerca che per alcuni mesi potrebbe ridarle una busta paga e soprattutto un po' di respiro mentale. Perché la Nonaddetta è stata allevata nel sacro principio del "prima il Dovere, poi il piacere", e il Dovere coincideva con la scuola finché ce n'era, adesso in teoria con il lavoro, che però vabbè sappiamo, e insomma però adesso mi serve, sono in crisi di astinenza da adrenalina lavorativa.
Che non è sufficiente a coprire la fifa... perché Londra l'ho adorata e la Grande Città mi respinge? 
Con il Nonaddetto abbiamo prenotato last minute una stanza per me in un alberghetto a distanza pedonabile dalla stazione e dall'università e, adesso che ci sono dentro, devo proprio dire che: fa molto english, nel senso che rimane la grandezza dell'architettura (il soffitto è alto 3 m e la portafinestra 2,97: mai vista una finestra così alta...) ma l'edificio è tutto sgaruppato (non oso immaginare gli spifferi invernali, da quella finestra). Fare la doccia è stato come andare al mare: appena ti bagni ti manca il fiato da quanto è fredda però, anche se non cambia per tutta la doccia, verso la fine sei convinto che sia quasi tiepida. Vabbè, è un 2 stelle... e poi così imparo a non credere del tutto alle recensioni online.
Ma gli perdonerei quasi tutto, all'hotelino, perché ho il wi-fi gratis e un terrazzo con tanto di tavolino e seggiole e da qui, complice l'orario di cena, il traffico è ovattato e si sentono quasi solo gli uccelli cantare. Ci sono rondini dappertutto. Vabbè, non facciamo caso ai piccioni che sgambettano a un metro dalla porta. C'è una magnolia enorme. Ci sono i giardini sui terrazzi agli ultimi piani. Le case sono relativamente basse. Qualcuno cena sul terrazzo di fronte. Qualcun altro fa pronostici sul tempo di domani (ma nooo, sciura, speriamo di no che non piova dai che sono a piediii!). Vista da qui, la Grande Città mostra un lato umano che non mi dispiace.
E mo' torno a leggere articoli e progetti, ripasso il CV, poi mi piazzo davanti allo specchio e faccio autoipnosi per convincermi che va tutto bene, stare a 400 km da casa e dal Nonaddetto che la ristruttura da solo è la cosa giusta, ce la faremo, e non è un'idiozia perdere altro tempo lavorando in università, andrà tutto bene, andrà tutto bene, andrà benissimissimissimo...
PS: qualcuno che è pratico di Grandi Città mi spiega cosa ci fa un divano dell'era tardo neolitica piazzato sul marciapiede sotto la fila dei manifesti elettorali? fanno comizi sorseggiando tè e discutendo dei programmi?

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