24.6.11

Le Bucoliche

Wikipedia commons, by Redtigerxyz
Se devo dirla tutta, stasera al mio naso sembra che una mucca l'abbia fatta nella mia camera. Forse più di una, mucca. Io non sono una pizzi e trine, ma signori! Da un momento all'altro mi aspetto che i sensori antincendio facciano partire la sirena. 
La Foresteria è una campagnola ma economicissima soluzione temporanea finché non rispondo a domande esistenziali come:
1. Continuerò a lavorare nella Nuova Avveniristica Sede, persa nella campagna vicina alla Grande Città, con gli ascensori touch screen, le receptionist annoiate e i banchetti nuzial-congressuali nell'atrio? Oppure il branco ri-migrerà nella Vecchia Storica Sede nella Grande Città, e io con loro?
2. Potrò continuare garrula a usare l'auto (a gas), e conviene prenderne una piccola per il Nonaddetto che tra poco andrà a campeggiare nel cantiere - come testimoniato dal countdown qui a lato - stante che abbiamo dato la disdetta del contratto d'affitto del mini? (ommamma, ommamma, ommamma. No panic. Dopotutto all'inizio del '900 vivevano pure in quella casa esattamente così, senza vetrocamera, metano o piastrelle: perchè noi non dovremmo farcela? Ommamma, ommamma) Oppure, con la nebbia invernale, se non imparo a guidare fidandomi della Forza invece che del tomtom, sarò costretta a ri-unirmi alle quotidiane litanie di maledizioni che i pendolari recitano devoti all'indirizzo di Trenitalia?

thecartoonpictures.com
Per il momento godo di una regale e privilegiata stanzetta singola in uno dei due appartamenti disponibili nella foresteria. Quindi sono già passibile di minacce di morte da parte di chi sta qui da due anni chiedendo una singola e non l'ha mai avuta.
Questa sistemazione da paracula l'ho estorta cercando di assumere un'aria professionale e cortese nel colloquio con il responsabile dell'assegnazione delle stanze: il risultato, per quanto io mi sforzi di sembrare più vecchia di 10 anni, dev'essere circa che mi vengono gli occhi da gatto di Shrek ma con aggiunta di aureola e alette bianche. Fanculo, mi prenderei a sberle da sola e non troverò mai un lavoro in ambito agrar-rusticone a meno di un trapianto di faccia.
L'appartamento è descrivibile come "vuoto". Si entra in una enorme stanza dal pavimento dalla delicata sfumatura cane morto in un campo di lavanda, arredata da un tavolo col piano sbeccato, perso e privo di qualsiasi funzione data l'assenza di una cucina, e due sedie.
Da qui si può spingere lo sguardo oltre le inferriate delle finestre e ammirare il panorama sulla centrale elettrica, che però al tramonto assume insospettabili sfumature rosate e quasi romantiche.
La maison offre poi la stanza caldaia in cui si percepisce un intenso odore di gas. "Ma non è pericoloso - assicura il responsabile - abbiamo anche provato a cercare la perdita con l'accendino". Scusi, forse avrebbe dovuto guardare le puntate di McGyver con più attenzione... mi ricordi di non chiamare lei se mi servisse aiuto, grazie.
Questa stanza ospita anche il frigorifero della bisnonna, col freezer che non si chiude per via di una lastra di ghiaccio dietro la quale si intravedono i pinguini imperatore intenti nella cova, e un'asciugatrice rotta.
Proseguendo si arriva nel bagno, color nebbia padana uniforme, che NON è dotato di: specchio, appendiasciugamani, mobiletti di qualsiasi genere, portarotolo, carta igienica, scopetto, tenda da doccia. Praticamente ci sono i sanitari, una lavatrice con le scritte in olandese ma funzionante, una sola lampadina e diversi fili elettrici che escono dal muro e finiscono lì. E dopo la storia dell'accendino non sarò certo io a toccarli per scoprire se sono elettrificati.
Lasciando perdere il ripostiglio rimangono poi la camera grande, con due letti e un armadio senza appendini e con il bastone appendiabili situato all'altezza di metri 3,25, cm più cm meno. E la cameretta, vuota.
In quattro e quattr'otto mi sono ingegnata e mi son spostata un letto nella cameretta, lasciando la grande alla ragazza che sarebbe arrivata poi: che nobiltà d'animo! Ma manco per niente: qui dentro non ci starà mai un altro letto e quindi o spostano me (artigliata al letto), o sono matematicamente in singola. Sono anche senza armadio e ho vestiti e lenzuola sparsi tra la valigia e una seggiola sottratta all'inutile tavolo, ma vuoi mettere.
Ho poi sbrinato il frigo, disinfettato e provato la lavatrice, comprato un mocio e lavato tutti i pavimenti, riaperto la presa d'aria nella stanza della caldaia, disinfettato i sanitari, fatto un giro all'ikea (oh, com'è goduriosamente vicina!) e comprato uno specchio per il bagno e uno per la camera, e uno stendino, e due piantine: perchè avevo bisogno di qualcos'altro di vivo a parte me e i ragni, e loro due rendono la stanza incredibilmente più accogliente.
Anche la compagnia umana, comunque, non è male: per dire, stasera mi è stato offerto un tè allo zafferano. Merita decisamente un post a parte.

17.6.11

Il Nuovo Mondo

Lunedì è arrivato e son partita. E arrivata. La Nuova Avveniristica Sede offriva ascensori di cristallo con bottoni touch, note di pianoforte alleggianti nell’atrio e una portinaia, pardon, una receptionist simpatica come l’influenza intestinale. L’atrio era riempito da svolazzanti camerieri di un servizio catering intenti a preparare un banchetto nuziale da lasciare a bocca aperta, con tavoli tondi circondati da sedie vestite di bianco e decorati da bouquet rosa, che in realtà era solo il pranzo di un congresso. Mi sentivo appena sbarcata oltreoceano col vestito buono e la valigia di cartone.

Il Professore non era qui ma nella Vecchia Storica Sede. Mi hanno accolta Ricercatore1 e Ricercatrice1 con Dottorando-puntaspilli (nel senso che ognuno che passa lo prende per il culo, un po’ affettuosamente e un po’ forse anche no), più un altro paio di ragazze non presentate di cui mi sfugge il ruolo. Detesto l’imbarazzo dell’inizio: “e mo’ che je famo fa’?”. Per ora ho un bancone assegnato in laboratorio, un pezzo di scrivania nell’ufficio comune con Ricercatrice1 e Puntaspilli, e soprattutto un cavo di rete. Posso scaricare articoli scientifici e iniziare a studiare questi nuovi argomenti, posso chiedere di esplorare la sede, posso cercare di fare conversazioni esplorative con i nuovi colleghi e i superiori.

Ricercatore1 si appassiona immediatamente agli argomenti scientifici per cui una volta avviato non si ferma più - fino alla crisi di astinenza da sigaretta - e diventa una miniera di informazioni per una Nonaddetta che non solo non conosce bene questi argomenti, ma nemmeno si ricorda l’ultima volta in cui ha potuto discutere così con i suoi ex-superiori. O forse non è mai successo.

Ricercatrice1 è ricciola e ancora abbastanza misteriosa e chiede informazioni personali che non voglio nascondere ma non so fin dove posso esporre… per ora spero di non pentirmi delle cose che ho detto, ma mi consola il fatto che anche lei si sia sfogata un po’.

Puntaspilli se interrogato risponde, che fai qui tu che vieni da così lontano, di cosa ti occupi, bla bla bla, e quasi ogni volta dimostra un talento più unico che raro nel darsi la zappa sui piedi: ma personalmente sospetto che non ci è per niente… ci fa e basta, fa il cabarettista e appena giri l’occhio fa quel che vuole. Ma tra una zappata e l’altra offre figurine dell’album di un’Italia che non conosco e che adorerò collezionare...

Chiudi gli occhi e immagina...

Il sabato (di 2 settimane fa. Sono un po’ presa tardi…) dei Nonaddetti è stato addetto alla rimozione dei vecchi infissi della casa. Una parte, almeno… soprattutto quelli che mi ostinavo a voler salvare, fosse per me riutilizzerei i davanzali interni in legno, scavato e ondulato dal tempo che ha ottenuto sul legno lo stesso effetto che le onde ottengono sulla sabbia del fondo vicino alla spiaggia… Vorrei mettere le foto ma non le ho con me, né ho uno scanner per abbozzare un disegno… quindi consiglio di chiudere gli occhi e immaginare le ondulazioni marine e poi trasformarle in legno. Poi metterò anche le foto…

E le finestre? Sono ad arco ribassato, noi terremo la forma della luce e non la faremo rettificare come si faceva qualche decennio fa, ma i nuovi infissi saranno rettangolari perché arcuati costano molto di più e perché non sarebbero compatibili con le zanzariere. Però quelli vecchi, con l’archetto e le inglesine, son troppo belli per buttarli via. Magari si possono reinventare come ante a vetro di una libreria  in cui la gatta non possa raggiungere i libri per buttarli a terra se vuole infilarsi al loro posto o attirare l’attenzione? (foto immaginaria...) Ce n’erano 5 scampati alle precedenti revisioni della casa (quelle in cui le finestre erano state rettificate) e i Nonaddetti li hanno pazientemente liberati dai chiodoni che li fissavano al muro e poi sfilati dalla loro sede, scoprendo così il sistema costruttivo adottato all’epoca… (foto immaginaria...). Degno di nota il fatto che la cornicina inferiore decorativa dei davanzali fosse fissata al blocco principale tramite spine di legno e non da chiodi di metallo… sistema che sembra reggere molto meglio all’umidità: i chiodi, decisamente più recenti , erano decisamente divorati dalla ruggine mentre le spine di legno erano intonse. Con 5 infissi di quelle dimensioni si ospita una discreta biblioteca! (immaginare, immaginare…) 

La domenica è stata devoluta all’organizzazione last minute della mia partenza alla volta della Grande Città, ahinoi troppo lontana da quella Piccola e dal Nonaddetto e dalla casa e dalla gatta e, e, e. La Nonaddetta, nonostante si fingesse garrula e impegnata in mille futili e quotidiane faccende, ha finito per sfogare il subbuglio interiore sulla macchinetta fotografica, sperimentando che in effetti se la molli cade e magari si silura lo schermo. E di botto ha pianto, per la macchinetta che è un regalo di lui, per la paura del giorno dopo e di quelli successivi per i successivi 18 mesi, e già che c’era anche dei giorni che verranno dopo la fine del contratto, e per la nostalgia preventiva di lui, per la coscienza di lasciarlo da solo a gestire in prima persona i lavori alla casa, per la coscienza che lui crede in questo contratto più di quanto ci creda io, anche se preferisce non trovare solo la gatta quando rientra la sera e anch’io lo preferirei.  Quando la Nonaddetta è turbata piange e si dispera e proclama “ah, moriremo tutti!”, quando è turbato lui alza un sopracciglio e dice “andrà tutto bene”. Per fortuna poi entrambi fanno la stessa cosa, si rimboccano le maniche e fanno quel che c’è da fare.

1.6.11

Cambi di pettinatura

C’è una signora, al Paesello Adottivo dove la mia famiglia abita senza averci messo radici,: una signora di cognome locale importante, amica di famiglia da sempre e sempre presente nei momenti topici anche se abita un mondo che comunica col nostro ma ne rimane distinto. Che io ricordi, questa signora ha sempre avuto la stessa pettinatura finchè, poco tempo fa, l’ha improvvisamente cambiata. There is no such thing as a small change, non esistono piccoli cambiamenti e grazie ai nuovi ricci io ho visto, dietro il personaggio, la persona: che cambia e si definisce per desideri e tentativi e speranze ed errori. Oggi torno, per firmare il mio contratto, nella Grande Città, anche lei signora di un mondo presente ma altro dal mio, che ha sorpreso tutti e forse anche se stessa osando un cambio di pettinatura.

Non so se la direttrice ferroviaria nord-sud sia messa meglio, ma quella est-ovest ha subìto la decimazione: buona parte dei treni soppressi e tariffa dei rimanenti impennata per incassare comunque più di prima. Non si chiama raggiro, truffa o ladrocinio ma razionalizzazione dell’offerta.

La sveglia era programmata alle 4.30, orario più che barbaro [dicesi barbaro qualunque orario che inizia con un numero a 1 cifra], lunedì prossimo sarà anticipata ancora. Fatto è che la sveglia avrà pure suonato, ma con risultati pratici piuttosto insoddisfacenti: il Nonaddetto ne conserva un vago ricordo, io no. Io sognavo di loschi figuri che spostavano reperti e reliquie su antiche scacchiere internazionali. Embè? Qualcuno dovrà pur salvare Gotham City mentre voi dormite. No che non avevo mangiato pesante. Non avevo mangiato proprio, ero a fare l’esame del corso di europroggect managgement, mi auguro tutti promossi bravi bene bis. Il Nonaddetto, ahilui cooptato come taxista, si è svegliato di soprassalto alle 5.15, la gatta tutta felice che fossimo già svegli, noi un po’ meno, no tempo per colazione, no caffè, no trucco, no panic. Scomparsa la felpa (meglio che non gli occhiali come di solito), allora prendi il giubbino, la gatta salta su e giù contagiata dall’agitazione, hai preso i biglietti, hai preso il portafoglio, vuoi il tomtom no ho la cartina, via di corsa. C’è di buono che la Piccola Città è piccola davvero e a strade sgombre il tragitto appartamento-stazione richiede minuti 5. Non proprio come all’ora di punta, come quando andavo a yoga alle 19 e dovevo partire alle 18 e la lezione mi serviva per smaltire lo stress degli automobilisti inferociti incontrati lungo il tragitto. Se il bus avesse le corsie preferenziali e le corse non finissero alle 20...

La signorina registrata invita gli accompagnatori a scendere dal treno e di lì a poco il mio cellulare suona: la mamma mi annuncia premurosa che oggi c’è sciopero dei mezzi urbani e lunedì ci sarà dei treni. Infatti oggi mi serve la metro e lunedì chiaramente mi riserve il treno. Ma come fanno a sapere sempre tutto? Devono esserci delle cimici in casa mia. Potrei procurarmi un deltaplano a motore. O forse dato che è bassa stagione Babbo Natale potrebbe prestarmi una renna volante.

Dopo la prima ora il neurone esce dallo standby e mi leggo “Indignatevi!”, regalatomi da una giovane erede spirituale dei padri della Costituente, libriccino minuscolo e denso scritto da un 93enne "monsieur pacato e sorridente" (che adesso ha scitto pure "Impegnatevi!"). Mi lascia con un boccone della sensazione, persa per strada in un momento che mi sforzo inutilmente di ricordare, che ho la possibilità di fare qualcosa, e qualcosa di buono. Meraviglia! In coda riporta la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, me la leggo lentamente, poche cose hanno un peso specifico tanto alto. Perchè non ce la leggono ad ogni TG, come commento alle notizie che ci danno? Perchè nessuno me l’ha mai letta neanche a scuola? Perchè non ci ho pensato prima io, a leggermela? Meraviglia, meraviglia. Ti da’ voglia di fare, e di fare qualcosa di buono, e di credere e di sperare. Allora ci penso e scopro che spero in tante cose. Voi sperate?