17.6.11

Il Nuovo Mondo

Lunedì è arrivato e son partita. E arrivata. La Nuova Avveniristica Sede offriva ascensori di cristallo con bottoni touch, note di pianoforte alleggianti nell’atrio e una portinaia, pardon, una receptionist simpatica come l’influenza intestinale. L’atrio era riempito da svolazzanti camerieri di un servizio catering intenti a preparare un banchetto nuziale da lasciare a bocca aperta, con tavoli tondi circondati da sedie vestite di bianco e decorati da bouquet rosa, che in realtà era solo il pranzo di un congresso. Mi sentivo appena sbarcata oltreoceano col vestito buono e la valigia di cartone.

Il Professore non era qui ma nella Vecchia Storica Sede. Mi hanno accolta Ricercatore1 e Ricercatrice1 con Dottorando-puntaspilli (nel senso che ognuno che passa lo prende per il culo, un po’ affettuosamente e un po’ forse anche no), più un altro paio di ragazze non presentate di cui mi sfugge il ruolo. Detesto l’imbarazzo dell’inizio: “e mo’ che je famo fa’?”. Per ora ho un bancone assegnato in laboratorio, un pezzo di scrivania nell’ufficio comune con Ricercatrice1 e Puntaspilli, e soprattutto un cavo di rete. Posso scaricare articoli scientifici e iniziare a studiare questi nuovi argomenti, posso chiedere di esplorare la sede, posso cercare di fare conversazioni esplorative con i nuovi colleghi e i superiori.

Ricercatore1 si appassiona immediatamente agli argomenti scientifici per cui una volta avviato non si ferma più - fino alla crisi di astinenza da sigaretta - e diventa una miniera di informazioni per una Nonaddetta che non solo non conosce bene questi argomenti, ma nemmeno si ricorda l’ultima volta in cui ha potuto discutere così con i suoi ex-superiori. O forse non è mai successo.

Ricercatrice1 è ricciola e ancora abbastanza misteriosa e chiede informazioni personali che non voglio nascondere ma non so fin dove posso esporre… per ora spero di non pentirmi delle cose che ho detto, ma mi consola il fatto che anche lei si sia sfogata un po’.

Puntaspilli se interrogato risponde, che fai qui tu che vieni da così lontano, di cosa ti occupi, bla bla bla, e quasi ogni volta dimostra un talento più unico che raro nel darsi la zappa sui piedi: ma personalmente sospetto che non ci è per niente… ci fa e basta, fa il cabarettista e appena giri l’occhio fa quel che vuole. Ma tra una zappata e l’altra offre figurine dell’album di un’Italia che non conosco e che adorerò collezionare...

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