28.4.11

Tarli I - Millanta e uno travi da salvare


tarlo s. m. [prob. lat. tarmes (v. tarma), incrociato con *cariolus «tarlo»]. (Confermo l’etimologia del Treccani online: il legno tarlato, da noi, è incarolà)
a. Nome con cui sono indicati comunem. gli adulti e le larve di alcuni insetti che vivono nel legno secco o fresco, scavandovi gallerie: sono per lo più coleotteri delle famiglie lictidi e anobidi (danno il nome al social network dei libri, Anobii - il tarlo della lettura) […] sono compresi tra i tarli anche alcuni cerambicidi […]
b. In similitudini, come termine di raffronto di pene segrete e continue: Ché legno vecchio mai non róse tarlo Come questi [Amore] ’l mio core (Petrarca). Quindi, metaforicamente, dolore, tormento continuo e segreto […]

Da mesi è in atto una guerriglia strisciante contro i tarli. Ho scoperto di sapere poco su di loro; quel che è peggio, sono in buona compagnia in questo mare di ignoranza e questo è male: sono un nano abbastanza abile a salire sulle spalle dei giganti, ma se i giganti scarseggiano… per es. per catturare i tarli non c’è traccia di trappole a feromoni (come quelle per le farfalline della farina, per capirsi): strano, mica è un problema solo nostro!
Sono stupita dalla performance dei travi: lì da più di un secolo, chiusi in un controsoffitto per decenni (e l’Ing ce ne avrebbe richiusi una parte senza manco pulirli e dare un po’ di antitarlo), abbandonati per un decennio, la gran parte sono intonsi e quelli attaccati hanno perso solo uno o due cm esterni. È anche impressionante la differenza fra i travi ben fatti, che non hanno un solo buchetto (tagliati e stagionati con la luna giusta? sgrezzati bene?) e quelli malfatti, che sono stati divorati tutto attorno.
Divorati da chi, esattamente? I tarli non li vedi quasi mai e devi capire con chi hai a che fare – e come silurarli – a partire dai danni che trovi. Un po’ NCIS.
Continua.

0 commenti:

Posta un commento