28.4.11

Tali II - Identikit dei NOSTRI tarli

Dicevo che i tarli non li vedi quasi mai e devi capire con chi hai a che fare – e come silurarli – a partire dai danni che trovi.

Sono insetti, cioè truppe scelte dei marine: sei zampe, scheletro esterno al corpo e non muoiono mai. Ho odiato l’esame di entomologia per colpa dell’insettario, che mi costringeva a vedere le bestioline soffrire per giorni finché ho optato per raccattare quelle che trovavo morte in giro (era vietato perché erano irrigidite in pose assurde e di solito mancanti di qualche pezzettino).
Sono coleotteri: non succhiano come le farfalle ma hanno una bocca che mastica e mandibole in grado di graffiare il metallo. Grazie tante che mangiano anche legno, che non è manco facile da digerire: alcuni hanno batteri simbionti nell’intestino e possono mangiare anche legno vecchio di secoli. Altri no, e quando il legno ha 80-100 anni si rivolgono altrove.
Alcuni camminano, e sono i più lenti perché non corrono come le blatte, ma altri sono ottimi volatori.
I tarli, dalle nostre parti, sono soprattutto 4: due piccoli e due grossi. Uno piccolo (quello classico) e uno grosso lasciano gallerie vuote e graziosi mucchietti di segatura all’esterno. L’altro piccolo e l’altro grosso sono più bastardi, capaci di ridurre a un colabrodo il legno lasciando la segatura all’interno e la superficie intatta: tu credi di guardare un pezzo di legno, invece ormai è un velo che copre segatura. Questi sono in grado di compromettere il legno che ha funzione strutturale (i travi, per capirsi).
Le fonti si contraddicono, ma dovrebbero avere ciascuno i propri gusti. I nostri travi sono probabilmente di abete, e non tutti i tarli mangiano legni resinosi. Manco a dirlo, quello grosso e bastardo mangia conifere.
In condizioni avverse le larve se ne stanno quiete nel legno. Quelli piccoli vivono poco (2-3 anni al massimo), ma quelli grossi sono stati trovati vivi anche dopo quasi 20 anni.
Li si sente a orecchio, di notte quando c’è silenzio: senti il gritch-gritch ritmico e ti dici noooo, la specchiera della prozia! Oppure senti piccoli tonfi ritmati chiamati, con allegria medievale, l’orologio della morte… invece è solo il povero tarlo che molla craniate sulle pareti della galleria. Non sto scherzando: si sveglia un giorno con l’ormone impazzito e in quella si rende conto di essere in un labirinto e che non troverà mai la sua bella… per la disperazione giù craniate, che i medievali ascoltavano atterriti chiedendosi se magari non avevano anche incrociato un gatto nero e se era vicina la loro ora. Intanto la tarla seguiva le craniate per rintracciare il focoso pretendente e disseminare di nuove bestioline la capanna dei superstiziosi.

E secondo voi quali tarli ci sono nella casa? Ecco. Esatto. Lui: quello grosso, bastardo, che mangia abete, vola e se gli gira vive 20 anni. Hylotrupes baiulus, capricorno delle case. Quel che non è chiaro è se ce ne sono di attivi: i nostri travi hanno superato i 100 anni, quindi non dovrebbero più essere aggredibili da parte sua e fondamentalmente dovrebbe andarsene da solo o morire di fame. Spero che non abbia scoperto lo yogurt col Bifidus.

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