13.7.11

Tè allo zafferano (e i modelli di uomo che no)

Splendida luna piena di Luc Viatour (www.lucnix.be)
Se l'università è un pianeta a sè, la Foresteria è una delle sue lune. E' un ambiente che ti forza a tornare a vivere come uno studentello, ma l'affitto è molto basso... Al momento ci abitiamo in nove marziani: tre di italiche origini, due tunisine, due egiziani, un'iraniana e un'argentina. Dedico un post ai loro ritratti. Mi spiace non mettere i loro nomi, sono musicali e bellissimi: ma se sorvolo sul mio, con che diritto sbandiero i loro?
by Jean-Marc Durou
F. è tunisina. Ingegnere idraulico (ma rifiuta di usare la lavastoviglie perchè pensa che non lavi bene), piglio da generale, istinto materno di iperprotezione: sperate che vi prenda in simpatia e non mettetevi contro di lei. Mi ha subito offerto assaggi delle loro appetitosissime cene. Si considera berbera pura, ma sostiene che non ha problemi con "gli arabi"; mentre la ascoltavo osservavo lei e gli altri e mi accorgevo che le differenze nei lineamenti e nel colore possono rimandare a diverse origini, ma io non ci avevo fatto caso: dopotutto, in Italia si va dal modello finnico al simil tunisino!  Anche se inspiegabilmente in aeroportoriconosci i lineamenti italiani da quelli francesi o tedeschi... bè, il fatto che stiano urlando "Antoniooooo! te che pizza volevi??" in effetti può aiutare. La sera F. si siede sul divano a navigare tra youtube, skype e facebook. Chiama gli altri per mostrare video buffi. Quando telefona alterna arabo e francese e li intercala entrambi con frequentissimi "ma dai!". Quando non telefona canta a bassa voce canzoni che suonano dolci e ti fanno venire nostalgia di qualcosa che non sai.
S. è la sua compagna di stanza ed è anche lei tunisina. Ha qualcosa di infantile, è contemporaneamente tenera e inaffidabile, ingenua e furfante. Quando mi vede si illumina in un "Ciao!" totale, ogni volta che mi incontra fuori dalla Foresteria mi saluta coi bacetti sulle guance come se non ci si vedesse da settimane e vuole anche battere il cinque. Poi si siede sul divano e si fa fuori due vasetti di budino. Si veste elegante per andare al lavoro ma non bada alle scuciture dei vestiti se non superano i 5 cm, mentre in casa opta per una versione decisamente più succinta, al limite dell'indecoroso, con minuscole camiciole stile hello kitty. Tenera e inaffidabile, ingenua e furfante.
Immagine di Al-Jazeera, dal blog andfaraway.net
A. è agiziano. Ha moglie e due bambini da qualche parte dove nei mesi scorsi passavano in strada i carriarmati e i soldati invitavano i bambini a giocarci su, e lui diceva di perdere un anno di vita ogni giorno. Ma tipi come lui di vite ne hanno sette e non credo che quest'esperienza lascerà strascichi su di lui, mi preoccupo piuttosto per la moglie. E non capisco questa distanza, queste vite separate. Ha fascino, parlantina, potrebbe fare il politico se non parlasse così incredibilmente svelto, sia in arabo che in inglese. Se riceve attenzione è più contento, è burlone e vendicativo. E' il tipo che va a fare un viaggio e pretende di imbarcarsi in aereo con un arco (quello che spara le frecce, sì) come souvenir nel bagaglio a mano e naturalmente finisce per doverlo imbarcare nella stiva, ma non prima di aver fatto impazzire l'intero personale della sicurezza. Io l'arco non lo comprerei neanche, così evito il problema: vedi, le filosofie di vita.
N. è l'altro egiziano. Alto e magrissimo, gentile, gentile, gentile. La prima sera che sono arrivata era di turno in cucina, perchè per evitare di ridursi a tonno e cracker la compagine si è organizzata che cucinano una sera a testa per tutti e cinque. Lui quella sera aveva preparato riso con spezie, zuppetta con spezie per bagnare il riso, pollo con spezie, insalata. Io ho fatto latte e biscotti. Ride, discute di politica con A. e F., quando mi vede mi chiede come sto e si informa di come va il lavoro, il marito, tutto quanto. Adesso è tornato per le ferie a casa e ne approfitta anche per sposarsi: qualcosa mi dice che lei non verrà qui e la prossima volta che si rivedranno sarà tra parecchio tempo, e di nuovo non capisco. Almeno, però, quando si vedono magari cucinerà anche lui.
Wikimedia commons by Reiner Zenz
E. è iraniana e le piace chiacchierare, ma solo in inglese anche con gli altri, perchè il persiano è diverso dall'arabo - anche se non ho approfondito - e l'italiano è riluttante a studiarlo. Ci parlo volentieri quando ci troviamo che io mi preparo la cena e lei è sul divano navigando in rete o lavorando... è lei che mi ha offerto il tè allo zafferano. Dice che in Iran per rendere speciale un piatto, per una festa o per un ospite, si pesta dello zafferano nel mortaio e lo si aggiunge alla pietanza: e se vi piace, provate a metterene un po' nel tè, perchè merita.
M. è argentina e mia vicina di stanza. Dopo qualche disguido causa vulcano cileno è arrivata qui e si capisce che nell'ambiente giusto si scatenerebbe subito. E' un po' schizofrenica in cucina e per un po' vive di tè e biscotti, poi passa con disinvoltura alle cotolette. Ha qualche problema con le chiavi: ogni volta che deve aprire la porta prova tutto il mazzo, entra, poi per chiudere riprova tutte le chiavi daccapo. Mi ha chiesto aiuto per uscire dal cancello, poi per rientrare è rimasta fuori aspettando che da dentro qualcuno le aprisse. Si vede che in Argentina son già passati ai lettori che fanno la scansione dell'iride.
funwithsmiley.blogspot.com
E poi ci sono i due italiani. Son simpatici, e mi fa piacere chiacchierare con loro. Ma. Lo confesso, mi stanno meno simpatici degli altri. Quello che non mi va è che loro si sentano a proprio agio con me più che con "gli altri" e automaticamente si arroghino il diritto di monopolizzarmi; "gli altri" forse farebbero lo stesso se io fossi tunisina, ma giacchè son italiana si allargano molto meno con me e io mi sento più tranquilla. Uno degli italici fanciulli mi ha candidamente detto che se la finestra del bagno non è chiusa mentre io o M. facciamo la doccia lui potrebbe anche guardare, perchè è uomo. Ah, per lo stesso ragionamento io posso staccarti i gioielli a morsi, perchè ho i denti. O sbaglio?
Diciamo che appartengono a modelli con cui è piacevole bere qualcosa, ma è bene che non oltrepassino mai la porta di casa tua:
1- quello che la sera rientra stanco dal lavoro e si gode la cenetta che la mamma/morosa/moglie/amante/figlia/vicina/maestra/lei, insomma, ha preparato; qui però nessuno cucina per lui - e lui deve pulire la cucina, quindi passa il tempo a lamentarsi.
2- quello che la sera rientra stanco dal lavoro, si stravacca sul divano e urla "Ecchecca**o, piantatela di fare casino che devo vedere la tv!" e aspetta la cena. Qui però se ci prova si girano in 5 e lo inceneriscono, quindi è un po' nervoso.
Who's the black sheep here, da soul-bike.blogspot.com
Certo non posso nemmeno dire che il modello numero 3, cioè l'egizio "Io giro il mondo per lavoro e ogni tanto torno a casa, ti metto incinta e riparto" sia precisamente il mio ideale. Ma in questa situazione abitativa la realtà è che siamo noi italici i privilegiati: casualmente abbiamo tutti la singola anche se andiamo a casa al weekend mentre "loro" son tutti in doppia, e ci resteranno. Io, che non mi son mai sentita "giusta", non posso che sentirmi più a mio agio con "loro", e così rimango alle prese coi sensi di colpa... che cerco di annegare, oserei dire con discreto successo, nelle zuppette speziate e nel tè allo zafferano.

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