C’è una signora, al Paesello Adottivo dove la mia famiglia abita senza averci messo radici,: una signora di cognome locale importante, amica di famiglia da sempre e sempre presente nei momenti topici anche se abita un mondo che comunica col nostro ma ne rimane distinto. Che io ricordi, questa signora ha sempre avuto la stessa pettinatura finchè, poco tempo fa, l’ha improvvisamente cambiata. There is no such thing as a small change, non esistono piccoli cambiamenti e grazie ai nuovi ricci io ho visto, dietro il personaggio, la persona: che cambia e si definisce per desideri e tentativi e speranze ed errori. Oggi torno, per firmare il mio contratto, nella Grande Città, anche lei signora di un mondo presente ma altro dal mio, che ha sorpreso tutti e forse anche se stessa osando un cambio di pettinatura.
Non so se la direttrice ferroviaria nord-sud sia messa meglio, ma quella est-ovest ha subìto la decimazione: buona parte dei treni soppressi e tariffa dei rimanenti impennata per incassare comunque più di prima. Non si chiama raggiro, truffa o ladrocinio ma razionalizzazione dell’offerta.
La sveglia era programmata alle 4.30, orario più che barbaro [dicesi barbaro qualunque orario che inizia con un numero a 1 cifra], lunedì prossimo sarà anticipata ancora. Fatto è che la sveglia avrà pure suonato, ma con risultati pratici piuttosto insoddisfacenti: il Nonaddetto ne conserva un vago ricordo, io no. Io sognavo di loschi figuri che spostavano reperti e reliquie su antiche scacchiere internazionali. Embè? Qualcuno dovrà pur salvare Gotham City mentre voi dormite. No che non avevo mangiato pesante. Non avevo mangiato proprio, ero a fare l’esame del corso di europroggect managgement, mi auguro tutti promossi bravi bene bis. Il Nonaddetto, ahilui cooptato come taxista, si è svegliato di soprassalto alle 5.15, la gatta tutta felice che fossimo già svegli, noi un po’ meno, no tempo per colazione, no caffè, no trucco, no panic. Scomparsa la felpa (meglio che non gli occhiali come di solito), allora prendi il giubbino, la gatta salta su e giù contagiata dall’agitazione, hai preso i biglietti, hai preso il portafoglio, vuoi il tomtom no ho la cartina, via di corsa. C’è di buono che la Piccola Città è piccola davvero e a strade sgombre il tragitto appartamento-stazione richiede minuti 5. Non proprio come all’ora di punta, come quando andavo a yoga alle 19 e dovevo partire alle 18 e la lezione mi serviva per smaltire lo stress degli automobilisti inferociti incontrati lungo il tragitto. Se il bus avesse le corsie preferenziali e le corse non finissero alle 20...
La signorina registrata invita gli accompagnatori a scendere dal treno e di lì a poco il mio cellulare suona: la mamma mi annuncia premurosa che oggi c’è sciopero dei mezzi urbani e lunedì ci sarà dei treni. Infatti oggi mi serve la metro e lunedì chiaramente mi riserve il treno. Ma come fanno a sapere sempre tutto? Devono esserci delle cimici in casa mia. Potrei procurarmi un deltaplano a motore. O forse dato che è bassa stagione Babbo Natale potrebbe prestarmi una renna volante.
Dopo la prima ora il neurone esce dallo standby e mi leggo “Indignatevi!”, regalatomi da una giovane erede spirituale dei padri della Costituente, libriccino minuscolo e denso scritto da un 93enne "monsieur pacato e sorridente" (che adesso ha scitto pure "Impegnatevi!"). Mi lascia con un boccone della sensazione, persa per strada in un momento che mi sforzo inutilmente di ricordare, che ho la possibilità di fare qualcosa, e qualcosa di buono. Meraviglia! In coda riporta la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, me la leggo lentamente, poche cose hanno un peso specifico tanto alto. Perchè non ce la leggono ad ogni TG, come commento alle notizie che ci danno? Perchè nessuno me l’ha mai letta neanche a scuola? Perchè non ci ho pensato prima io, a leggermela? Meraviglia, meraviglia. Ti da’ voglia di fare, e di fare qualcosa di buono, e di credere e di sperare. Allora ci penso e scopro che spero in tante cose. Voi sperate?
Non ci credo! Concidenza! L'ho comprato ieri sera e ho letto qualche pagina... in francese... INDIGNEZ-VOUS! Non mi dire la fine, eh!
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